La ricchezza culturale    é anche economica ! 

21.12.2016

Sperando di riuscire a stimolare un dibattito, dirò che da quando il sistema socio-culturale, ispirato alla prevalenza del capitale su qualsiasi tipo di ricchezza umana, ha preso il sopravvento su tutte le nostre vicende, abbiamo progressivamente perso la consapevolezza di quanto la vera ricchezza della nostra specie sia costituita dalle manifestazioni cosiddette "culturali".

Purtroppo, in Europa sempre più cittadini rifuggono queste consapevolezze: soprattutto quelle non appartenenti alle ristrette cerchie di rispettiva frequentazione. Eppure la rapidità del cosiddetto "sviluppo" degli Stati Uniti d'America é stato reso possibile dall'immenso flusso di migranti, che, grazie all'apporto di saperi molto diversi, fin dall'inizio ha caratterizzato la vera grande ricchezza di questo Paese.

In Europa abbiamo assistito ad analogo fenomeno, dalla fine della 2' guerra mondiale fino ad oggi. 50 milioni di immigrati hanno caratterizzato il forte sviluppo e l'impensabile integrazione tra popoli, che erano stati sempre in guerra tra loro. Se questo apporto di culture diverse (e connesse energie che le stesse sprigionano) cessasse, come molti oggi vogliono che accada, l'irreversibile denatalità degli europei in poco tempo dai 500 milioni attuali scenderebbe a 400 milioni.

La UE (Regno Unito compreso), infatti, perde circa 3 milioni di abitanti autoctoni all'anno. Occorre dire che tale perdita é facilitata da politiche economiche, che non valorizzano appieno le potenzialità umane, private di molti apporti culturali (giacché non immediatamente capitalizzabili). Senza quest'ultimi il nostro continente rischia di andare ben presto alla deriva, abitato in maggioranza da vecchi, resi dipendenti da convinzioni e abitudini sclerotizzate e sclerotizzanti.

Questo accade sia a causa di politiche economiche di corto respiro e non lungimiranti, sia per uso prevalentemente consumistico delle nuove tecnologie, sia per un tempo di lavoro dilatato dall'inefficienza del trasporto urbano, sia a causa di una cattiva scienza medica, che non valorizza le capacità auto-curative del corpo umano, in ragione della sua vivacità psichica e fisica (quindi culturale), costringendo tutti ad un abuso farmacologico.

Eppure, i fenomeni di arricchimento e di impoverimento appartengono alla natura squisitamente biologica di tutti gli esseri viventi ! La ricchezza o l'impoverimento delle biodiversità (vegetali e animali) sono fattori determinanti dell'evoluzione e dell'involuzione di interi ecosistemi, che includono a pieno titolo anche gli esseri umani ! Altro che "Economia" !

Il comportamento di tutte le specie viventi ci insegna che ciascuna apprende e si arricchisce grazie alla presenza delle altre. Quella umana, oltre che di altre specie, si nutre anche della diversità di esperienze e di storia di ciascuna sua comunità !

Dunque, un'associazione che si definisce "culturale" nel suo agire certamente vuole sottolineare la grande importanza della ricerca di nuove esperienze formative e dello scambio con quelle di altre associazioni o comunità, per favorire lo sviluppo delle conoscenze.

Tuttavia, la proliferazione e l'ostentazione di manifestazioni definibili "rituali", che spesso caratterizzano l'associazionismo, non costituisce esperienza culturale di arricchimento, perché rischia di contribuire nell'alimentazione dei fenomeni di sclerotizzazione, di cui sopra ho scritto.

Per meglio far comprendere questo importante concetto, dirò (come esempi) che servirsi delle ricerche documentali e storiografiche, per scoprire altri mondi di altre civiltà e annesse culture (oggi a noi più prossime).. oppure appartenenti al nostro stesso passato, costituisce esperienza di arricchimento, che innesca nuove opportunità di sviluppo delle conoscenze. 

Ripetere, però, con cadenza periodica le rappresentazioni culturali già conosciute, senza apportare novità di rilievo, costituisce invece semplice "rituale", rispondente a necessità di mantenimento del consenso intorno ai poteri istituzionali costituiti, o a necessità di carattere religioso oppure di tipo commerciale*. Queste forme rituali, come tali, non conducono a logiche di arricchimento ma solo di avvolgimento su se stessi e, quindi, di inviluppo sociale ed economico.

A. Gaeta


* Le attività commerciali non fanno parte del processo produttivo, ma soltanto distributivo dei prodotti. Esse, dunque, nulla aggiungono alla ricchezza economica.

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